Ciò che non si è fatto e ciò che si potrebbe fare

 

E’ possibile e doveroso muovere molte e gravi critiche all’operato di Matteo Renzi, ma non accusarlo di avere tenuto nascoste le sue ambizioni, quando è uscito dall’ombra provinciale che lo celava, per rivelarle solo all’ultimo momento. Fin dall’inizio della sua carriera in ambito nazionale Renzi ha detto e fatto capire chiaramente che voleva diventare segretario del PD e presidente del Consiglio. Dunque gli ex-comunisti del PD avrebbero avuto tutto il tempo e le possibilità di contrastare e impedire l’azione di questo ex-democristiano. Non lo hanno fatto al principio, e non lo hanno fatto neppure in seguito, per lo meno non lo hanno fatto con la necessaria chiaroveggenza e con la necessaria energia. Solo ora danno segni di risveglio, ma continuano a essere divisi e incerti. Gianni Cuperlo accusa giustamente la sinistra di non essersi mossa quando era al potere: ma lui, che probabilmente era il più colto di tutti, dov’era? Vengono i brividi quando si sente dire e ripetere da Bersani: “Il Pd è la mia casa e io non esco”. “La mia casa” un agglomerato incongruo di persone che provengono da culture e da appartenenze politiche diverse e che, tranne qualche eccezione (Bindi, Civati), e naturalmente gli ex-comunisti, continuano a pensare come pensavano vent’anni or sono? Bersani, che è indubbiamente un politico serio, non crede che la “sua casa” fosse il PCI, il partito in cui è nato, in cui si è formato e ha militato per anni, divenendone uno dei dirigenti più autorevoli (è stato Presidente della Regione Emilia-Romagna) e che, quindi, non abbandonare la “casa” sarebbe stato giusto, coerente e necessario quando quella “casa” fu frettolosamente abbandonata da troppi, dando inizio alla decadenza culturale e politica di cui da anni, e segnatamente oggi, si pagano pesanti conseguenze? La “casa” di oggi è la “casa” in cui spadroneggia un democristiano che, con il cinismo tipico di molti dirigenti del suo ex-partito, ha ridato credito e importanza politica a un pregiudicato che per anni ha malgovernato l’Italia, badando solo a curare i propri interessi e procurando solo discredito internazionale al nostro Paese. Un democristiano “di sinistra” che ha rotto ogni rapporto con i sindacati, ha stretto un patto con la Confindustria, ha cancellato i diritti fondamentali del mondo del lavoro e si accinge a cancellare alcuni aspetti della Costituzione. Sarebbe questa la sua “casa”, onorevole Bersani? Meglio, molto meglio parlare, come a volte Lei fa, di “ditta”. Almeno la “ditta” non ha nulla di famigliare, di intimo, di affettuoso, e anche per questo potrebbe essere abbandonata tranquillamente. Forse allora i rapporti con i sindacati potrebbero essere ristabiliti, facendo uscire Susanna Camusso dalla sua inerzia e restituendo vitalità a un’organizzazione che solo per merito di Maurizio Landini e di Carla Cantone mostra ancora di esistere.

I tirapiedi di Renzi cercano di giustificare l’alleanza con Berlusconi sostenendo che non vi erano alternative se si voleva governare. Una menzogna palese: l’alternativa vi era, ed era un dialogo con il Movimento 5 Stelle. Dialogo certo assai difficile, che non si è voluto, che si è respinto, che occorreva molta pazienza e tenacia umana e politica per iniziare e continuare. Non vi è dubbio che Beppe Grillo abbia molte e gravi responsabilità nel non aver voluto e nell’aver a sua volta respinto questo dialogo. Accettandolo, e alleandosi con il PD, avrebbe potuto, come diceva di volere, trasformare profondamente l’Italia, eliminando la corruzione e i corrotti.

Eppure, anche oggi, o tutto cambia (ma come?), o la strada rimane quella. Le possibilità che si aprono sembrano essere le seguenti: o la cosiddetta sinistra interna al PD riesce a trovare l’unità e a obbligare Renzi a desistere da comportamenti reazionari e a cercare un’intesa con il Movimento 5 Stelle; o elezioni politiche indette prima del tempo portano a nuovi assetti, eliminando per sempre Berlusconi, rafforzando le sinistre ritornate finalmente ragionevoli e disposte ad associarsi, e costringendo a essere ragionevoli prima di ogni altro un Renzi personalmente indebolito dal voto e un Grillo adeguatamente rafforzato; o qualcosa di veramente nuovo e efficace scaturisce da Maurizio Landini e dall’associazione che egli sta creando.

 


Tagged: , ,


Scenari. Il settimanale di approfondimento culturale di Mimesis Edizioni Visita anche Mimesis-Group.com // ISSN 2385-1139