LEGGERE L’ESISTENZA ATTRAVERSO UNA LENTE FILOSOFICA

 

L’eterna domanda “Che cos’è la filosofia?” è centrale nella nostra tradizione culturale e deriva da quel metodo che consiste nell’evitare gli esempi e nel ricercare la definizione precisa di ogni concetto, prodotto del ti estì socratico. L’incontro del Mimesis Festival dedicato proprio a questo interrogativo si apre con una scena del film Wittgenstein in cui l’omonimo filosofo espone ai suoi allievi la propria teoria secondo cui “vi sono problemi linguistici, matematici, etici, logistici, vi sono problemi religiosi, ma non vi sono veri problemi filosofici.”
Ludwig Wittgenstein afferma dunque che la filosofia “è un prodotto secondario di un malinteso linguaggio”. Come chiarifica successivamente Luigi Perissinotto, Direttore del Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali dell’Università di Venezia, nonché uno dei maggiori interpreti del filosofo austriaco, egli ritiene che il che cos’è? sia fuorviante poiché ci porta a ricercare concretamente il significato, mentre questo è qualcosa di astratto. Bisogna porsi invece altre domande. Esistono delle caratteristiche comuni a tutti i filosofi? Vi sono dei requisiti, delle condizioni per cui si definisce qualcuno un filosofo? Il concetto di filosofo si può associare ad altri concetti che non si possono definire con precisione, se non tramite delle convenzioni poco pratiche. Il filosofo infatti non è in una condizione statica, si sta muovendo lungo la via della conoscenza, ma non l’ha ancora raggiunta.
Quello di “filosofo” è un concetto vago, borderline: non si può dire infatti che il filosofo sappia le cose, né che non le sappia, bensì è in fase di apprendimento. Dunque come fare per riconoscere i filosofi fra tutti gli uomini? Quali sono gli aspetti che li accomunano? Come riconoscere i problemi filosofici dai problemi di altro genere? Wittgenstein risponde a queste domande ponendo l’esempio della famiglia, in cui esiste una rete di somiglianze in cui nessuna caratteristica è comune a tutti ma ognuno ha qualcosa in comune con qualcun altro: nel corso della storia i grandi filosofi non si sono posti tutti le stesse domande, ma alcuni hanno delle affinità con altri e dunque tutti sono legati fra loro. Bertrand Russell, maestro di Wittgenstein e in disaccordo con quest’ultimo, ritiene invece che i problemi filosofici siano come quelli scientifici ma ad un livello di generalità superiore. Richiamando Aristotele, il quale definiva le scienze come “filosofie secondarie”, ritiene che esista una continuità tra filosofia e scienza.
Heidegger fornisce invece un’interpretazione della filosofia come uno specifico modo critico di pensare, rispetto ai nostri problemi e alla vita quotidiana, che fa un passo indietro rispetto alle situazioni in cui viviamo e si chiede il perché degli eventi e cosa essi siano realmente. In tal modo trova quella filosofia che dovrebbe essere presente in tutte le discipline, non la filosofia autonoma. Da qui nasce un dibattito di cui si è ampiamente discusso e di cui si parla tuttora: il filosofico, essendo dappertutto, ha bisogno di una formazione specifica o deve fare parte del curriculum di ognuno? La filosofia è il nostro “commercio quotidiano con le cose”, non deve mai farsi misurare da altro e rende conto di sé solo a se stessa, dunque essendo di fondamentale importanza, la sua presenza è necessaria in ogni disciplina.
Ci sono però delle ulteriori considerazioni da fare sull’argomento. Per fare filosofia non bisogna proiettare aspettative, proprie teorie o modelli sulla realtà, si deve semplicemente osservare senza alcun pregiudizio. Alla domanda “che cos’è la filosofia?” dunque vi si può rispondere solo facendo filosofia assieme, non restando chiusi sul proprio punto di vista ma aprendosi al dialogo e al confronto. La filosofia permette infatti di pensare in maniera logica e sistematica, prendendo in considerazione i diversi aspetti che caratterizzano un problema, analizzando le conseguenze di ogni possibile scelta.
Quando si fa filosofia non ci si muove direttamente fra le cose, ma al livello delle nostre concettualizzazioni, si opera un’analisi delle connessioni esistenti fra i concetti. La filosofia sarebbe un’attività di secondo ordine rispetto alla scienza, che però ne ha bisogno, così come ne necessita ogni campo della vita, dalla medicina alla religione ad altre discipline. Prosegue su questo argomento l’intervento di Giovanni Boniolo, Docente di Filosofia della Scienza presso il Dipartimento di Scienze della Salute dell’Università di Milano, spiegando come le questioni di ordine filosofico, come ad esempio i problemi relativi all’etica, si incontrino in ogni disciplina ed ambito della vita. Ci si può rifare alle questioni di bioetica di cui spesso si discute e che riguardano i vari ambiti della vita umana connessa alla tecnologia, come per esempio la creazione di intelligenze artificiali, tematica che è spesso oggetto di accesi dibattiti filosofici. Vivendo, dunque, si incontrano numerosi problemi inerenti alla filosofia, e prima di prendere qualche decisione o di dire qualcosa bisogna imparare a pensare in maniera corretta tramite degli strumenti filosofici che si apprendono attraverso lo studio della storia della filosofia, interiorizzando il modo di pensare logico e filosofico caratteristico dei vari autori e facendone uso quando necessario. Il vero problema dunque non è “che cos’è la filosofia?”, ma il fatto che non si può affrontare i problemi della vita attuale posti dalla tecnologia, dal progresso o semplicemente dalla stessa natura umana senza adeguate competenze filosofiche. La filosofia consiste in un insieme di pratiche che servono ad affrontare la vita, l’esistenza stessa è un problema filosofico, di conseguenza, per vivere bene, bisogna pensare la propria vita in maniera filosofica.
I due interventi sono stati molto efficaci, seppure differenti: il primo era infatti più improntato su una ricerca teoretica riguardante il che cos’è la filosofia, mentre il secondo mirava a farci comprendere a cosa possa servire e a farci notare che, effettivamente, anche una disciplina così astratta come potrebbe sembrare la filosofia in realtà ha una grande importanza pratica. Ciò che caratterizza la filosofia, infatti, è il ragionamento, che è la facoltà propria degli esseri umani e che li distingue dai semplici animali. Concludendo, ciò su cui forse il Festival Mimesis voleva farci riflettere con questo incontro è che in ogni ambito, qualunque sia il proprio ambiente lavorativo, il ragionamento logico che la filosofia indirettamente insegna è fondamentale al fine di compiere le scelte ideali per la propria vita.


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