LA MORBOSITA’ DEL NULLA.

 

 

Incipit

 

-MUSICA-

MDF “Vieni Gemma”

Gemma: “Buonasera”

MDF: (Indicando il nome sul cartellino attaccato addosso) “Gem, è una scelta sua invece che Gemma?”

Gemma: “ Non è una scelta mia, eh no è una scelta sua (indicando il vuoto)” – “io non mi chiamo più Gemma, mi chiamo Gem and George” “Eh” “E adesso mi sono talmente abituata che quindi mi chiamo Gem”.

MDF: “Senti, ma l’hai visto questa settimana?”

Gem: “No, però ci siamo sentiti… tutte le notti, tutti i giorni fino all’una, le due di notte!” “Io continuo a dire che… a me piace moltissimo, e poi…facciamo….stiamo tante ore al telefono, parliamo, scherziamo, cioè io sono molto contenta della sua conoscenza, e….”

MDF “Che avete voi due da confabulare?” Indicando Gianni Sperti e Tina Cipollari.

Gianni Sperti: “ No dicevo, anche io e Tina stiamo al telefono tutti i giorni, però è diverso, insomma… non si sono visti!”.

Gem: “Ma non ci siamo visti per una questione pratica, veramente avevamo fatto un progetto di vederci e avevamo pensato ad andare a fare questo weekend in un relais molto bello, quello dove c’è la storia di Re Vittorio e della bella Rosina, così anche un percorso storico, e poi però lui adesso ha un impegno domenica…e quindi non sarà possibile…”

MDF: “Che c’è Tina?”

Tina ride. Inquadratura Tina che ride. Primo piano su Gem perplessa.

Gem: “ Tina ma….”

Tina: “ Ma che posto è?!”

Gem: “Ma come?!”… “Allora è… ma come devo spiegarti il posto come è?”

Tina: “Scusami ridevamo io e lui…” (Gianni Sperti)

Gem: “E’ un posto bello, romantico, c’è stato l’incontro tra Re Vittorio Emanuele, storico, e la bella Rosina che è stata la moglie morganatica del Re, quindi…voglio dire già quando ci siamo incontrati al ristorante ho perso la scarpa per le scale.. quindi già sembravo Cenerentola e poi non si è avverato…”

Gianni Sperti: “ E’ l’associazione che ci ha fatto un po’ ridere…”

Gem: “ Eh lo so, quella è storia, questo è un posto molto bello, è un relais, lui aveva bisogno di qualche massaggio…e quindi….e allora gli ho proposto questa possibilità…”

MDF: “Ma perché non ci andate?”

Gem: “Perché aveva organizzato prima un compleanno e quindi non può sottrarsi… perché… è giusto…aveva già preso questo impegno e non l’aveva ricordato…” “Ma ci sta tutto…era vero”…”Io ci credo”.

MDF: “Ok.. lo faccio entrare…”

– MUSICA-

 

 

Amor Vacui

Gemma e George, sono come un aforisma trovato scartando un Bacio Perugina, come un romanzo Harmony letto sotto l’ombrellone o meglio ancora, come una delle puntate più esaltanti del paginone centrale di “Hotel”. William Shakespeare nel 1597 scrive una commedia, commissionata dalla Regina Elisabetta, in cinque atti. Una farsa sull’amore, sul matrimonio e sulla gelosia. Le allegre comari di Windsor raccontano gli intrecci causati da un goffo protagonista, John Falstaff che interessato al guadagno facile, intercetta due donne, la signora Page e la signora Ford, aristocratiche e facoltose. Nel susseguirsi delle scene, sempre più grottesche, risalta una frase emblematica che spesso viene riciclata nelle storie più strappalacrime e mai corrisposte

“L’amore fugge come un’ombra, l’amore reale che l’insegue, inseguendo chi lo fugge, fuggendo chi l’insegue”

Forse Shakespeare scegliendo la dinamica del voler a tutti i costi vedere quello che non c’è ha voluto sottolineare il paradosso dell’amore o più semplicemente l’ironia della sorte. Se l’amore fugge, vale la pena inseguire l’ombra dell’amore? In quanto sfuggente, l’amore, dev’essere sempre inseguito? Tutte domande che probabilmente lasciano il tempo che trovano ma che per chi rincorre l’ideale dei sentimenti appaiono tutte dinamiche papabili. Gemma & George, Gem, George, i loro visi in primo piano riempiono lo schermo, il loro binomio, la loro storia, il susseguirsi di battute, che vorremmo riprendere se non per analizzarne i punti nodali, entrano nelle case e nelle speranze di chiunque.

Il connubio fra Giorgio Manetti e Gemma Galgani è una miniera d’oro per il rinomato programma “Uomini & Donne” ideato, prodotto e condotto da Maria De Filippi. Un format che si può definire come contenitore del vuoto, dove i protagonisti sono i tronisti, ossia i corteggiati/ corteggiate e una pletora di corteggiatori/ corteggiatrici. Gemma e George fanno parte di una versione recente ideata per un pubblico di Over (dai 30 anni in su). I dialoghi, così come le relazioni sono dirette da una redazione che lavora per aumentarne lo share. Negli studi di Mediaset, dove avviene gran parte del programma, i vari contendenti, hanno un confronto su come stia andando il corteggiamento o la loro conoscenza, ballano, si sussurrano frasi all’orecchio, si ripetono un’ennesima volta di come o non stanno bene col risultato di provocare una ripetizione della ripetizione della ripetizione. Idem per le famose esterne, dove sempre i corteggiatori e i corteggiati s’incontrano in varie locations (ristoranti, bar, alberghi, agriturismi, terme) e coi microfoni ben assestati, ripetono tutto il ripetibile. Questa ripetizione della ripetizione fa sì che il pubblico rimanga attento nell’aspettarsi un’evoluzione ulteriore del dialogo che quasi sempre non si palesa se non dopo moltissimo tempo o minimo dopo una ventina di puntate. La costruzione di questa soap opera in diretta ha dato frutti inaspettati, come quelli della puntata speciale “La lettera di Gemma” con 3,6 Milioni di telespettatori. Ottenuti questi risultati, varrebbe la pena chiedersi il perché, dati i presupposti deleteri.

 

I Protagonisti:

 

Gemma

Cliccando la parola “Gemma” sul motore di ricerca di Google mi aspetto almeno l’immagine di una pietra preziosa o magari di un luogo come un rinomato ristorante o bar che per omaggio alla proprietaria ha assunto il nome in questione. No, mi appare immediatamente l’immagine di una signora bionda. Gemma si è appropriata negli ultimi due anni dell’immaginario collettivo legato a questa parola. Lei è la Gemma che impera nell’etere e nel virtuale. “Che classe”, “Una bella donna”, “Una donna vestita bene” sono i commenti che si apprestano a fare le donne che in qualche modo vogliono rivedersi in questo modello che andiamo a definire. Sì Gemma, o Gem, è una donna di classe, ben vestita, ex moglie di un noto armatore di Genova. Si sposa a diciannove anni e per seguire la propria indipendenza e la voglia di libertà mette ben presto la parola “fine” al suo dorato matrimonio. Rivendicando i suoi diritti di donna negli anni settanta e volendo trovare un suo posto nella società, temeraria ritorna alle sue origini. Nella sua città natale, Torino, finalmente trova il suo posto, quello alla direzione del Teatro Alfieri. Negli anni a seguire quella di Gemma è una vita piena di soddisfazioni, di affetti, conoscenze e soprattutto d’indipendenza. Però alla dolce e benestante gentildonna torinese manca qualcosa: l’amore. Un amore passionale, travolgente che sappia coinvolgerla, destabilizzarla, obnubilarla più di quanto non lo sia di suo. Dalle tante risorse, la nostra non si ferma davanti a nulla e si presenta nel 2010 a “Uomini & Donne” diventandone protagonista indiscussa. La versione “Over” del programma prevede la partecipazione di una fascia d’età dai trenta in poi, Gemma ne ha 63 ma ciò che fa e che esprime fanno della sua età cronologica un’inezia. Quella di Gemma è un’età indefinibile, sogna ad occhi aperti come una ragazzina, parla per frasi fatte edulcorando qualsiasi argomento con un senso di vuoto libidinoso che farebbe gola a chiunque voglia distrarsi dalle preoccupazioni quotidiane. Dolce, dai toni pacati, elegante, sognatrice, è una figura femminile nella quale proiettarsi facilmente. Impossibile esserne invidiose, lei è una donna indipendente, ma allo stesso tempo priva di malizia, quasi candida, avulsa da ogni forma di pruderie. Il tutto sugellato da un tono di voce simile a una nenia che omologa qualsiasi tipo di espressione fonica.

 

George

Giorgio Manetti: 88.055 likes sulla sua pagina Facebook. Dallo sguardo seduttore, dal capello brizzolato, dalla carnagione sempre abbronzata, questo cavaliere fiorentino si definisce solare e ironico. Dal cuore libero ma pieno di passione accende immediatamente il fuoco dell’amore negli occhi delle donne che lo corteggiano. Osservando meglio la foggia di questo piacione mi domando da dove provenga tutto questo clamore nei riguardi di un uomo oggettivamente privo d’interessi che non siano le “donne e motori: gioie e dolori”. Di certo è un tronista reloaded, o meglio è un tronista over 50, come tale deve rispecchiare anch’egli le stigmate, non solo del vuoto assoluto, ma soprattutto del “io piaccio a tutte e sono inafferrabile”. Forse è la caratteristica dello sfuggente a rendergli l’aria da bel tenebroso o misterioso anche quando non ha nulla da nascondere se non il fatto di non avere un lavoro? Di lui sul web e sui rotocalchi si trova qualsiasi notizia dai gusti preferiti a tavola, al numero di scarpe ma alcuna menzione sulla sua occupazione. A questo punto mi chiedo, vivendo anch’io l’era del tutto è possibile, dove, le relazioni non hanno età: Perché io donna dovrei essere minimamente interessata a un gigolò dei noi altri che mi porta a mangiare le ostriche e lo champagne intrattenendomi con argomenti ai livelli del pettegolezzo da quartiere? Perché affliggermi la punizione di un paio d’ore al massimo mitragliata dal suo finto ego, quando si capisce istantaneamente la sua difficoltà ad avere una minima relazione, soprattutto con se stesso? Osservo il suo atteggiamento frivolo, superficiale, leggero e mi accorgo con sommo stupore che è proprio quello a renderlo irresistibile.  Giorgio/ George si destreggia fra aperitivi, cene e serate danzanti. Ama la socialità, i suoi amici, le belle compagnie, la chiacchiera facile. E’ un gaudente libertino ma anche un finto gentleman che sospetto non faccia nemmeno il gesto di offrire a tavola. E’ tutto per le telecamere, basta che si parli di lui e automaticamente è ripagato il suo affanno di successo. Nei suoi infiniti discorsi, non c’è alcun accenno a parole come “responsabilità”, “interessi” e “sostanza”. Mi voglio ricredere, rivado sulla sua pagina Facebook e undici ore fa ha pubblicato una fotografia in compagnia di amici, due belle donne e un  amico, la foto s’intitola: Serata relax in compagnia di amici per festa di compleanno…Happy Birthday Lucy!

 

Il Nulla

“Il Nulla è il vuoto che ci circonda, è la disperazione che distrugge il mondo e io ho fatto in modo di aiutarlo perché è più facile dominare chi non crede in niente ed è questo il modo più sicuro di conquistare il potere…”

 

“Chi non crede in niente” non è l’oggetto di una propaganda politica o di una triste descrizione della realtà, bensì il passaggio della frase di Gmork, lupo nero e fedele al Nulla, del celebre lungometraggio “La Storia Infinita” di Wolfgang Petersen. Nel film è descritto al meglio il Nulla che avvolge un intero universo senza lasciare traccia di ciò che ci fosse prima tranne un pezzetto da cui ricominciare. Nella pseudo relazione di Gemma & George non c’è traccia di passaggi da cui ricominciare, il tutto è circondato dal Nulla. Entrambi intessono un dialogo basato su una conoscenza superficiale dei loro atteggiamenti in pubblico. I loro dialoghi si basano sulla dinamica della sottrazione/attrazione, laddove Gemma attratta dalla sottrazione perenne di George, incalza con i sentimenti ridondanti e perennemente colmi di lacrime. Un supplizio che si ripete nell’arco di due anni. Il loro rapporto si può definire come un macro spazio lanciato nell’etere, colmo di vuoto. Ascoltando le infinite descrizioni del loro stare insieme, assisto sgomenta a una messa in scena del Nulla totale. Un Nulla che difficilmente si può descrivere poiché subdolo, apparentemente d’intrattenimento, palesemente equivoco. Questa relazione, costruita su equivoci e dinamiche malsane, ha il potere del Nulla. Un potere vanificante per quanto riguarda possibili proiezioni che si possono riscontrare. Un potere intorpidente per chi assiste a uno spettacolo di finzione senza esserne cosciente.

 

Mi chiedo allora il perché di tanto successo. Il perché di tanto seguito alle faccende di due perfetti sconosciuti che non hanno fatto nulla nella loro vita per il benessere sociale o collettivo. Se Ludwig Wittgenstein scriveva sul prendere coscienza della realtà oggettiva tramite noi stessi,  “Io sono il mio mondo”, ché “ La totalità dei fatti determina tutto ciò che accade”, allora mi chiedo il perché di tanta morbosità nel voler vedere ciò che “non” accade?



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